Tante Care Cose Fulminacci

Che anche i computer facciano sogni ce l’ha detto, negli anni Ottanta, Philip K. Dick.

Oggi, grazie ad algoritmi e grandi quantità di dati, le reti neurali sono in grado di creare nuove immagini basandosi su regole e principi che solo la macchina sa decifrare.

Il progetto per Fulminacci racconta un dialogo con l’AI: come le favole della buonanotte condizionano i sogni dei bambini, così raccontando le canzoni di Fulminacci al computer, il GAN (Generative Adversarial Network) ha generato delle suggestioni visive. Il GAN è un “nuovo” concetto di Machine Learning, una rete neurale allenata con grandi volumi di immagini (chiamati anche dataset) di oggetti, animali, cieli, landscape etc. 
L’AI analizza i singoli pixel di ogni immagine e, quando viene richiesto un mix tra più foto, ne genera una nuova attraverso un processo avversario che prevede l’allenamento simultaneo di un modello generativo e di uno discriminatorio. Il racconto è quindi iniziato con una selezione di parole chiave scelte dai testi delle canzoni dell’artista e ad ogni parola sono state associate più immagini che ne descrivessero il significato, visivamente. 
Questo processo ha dato vita a un set basato sui “significati” dei testi delle canzoni di cui il GAN, suggestionato da tutte queste informazioni visive, ha restituito la sua interpretazione. Le cover di Fulminacci sono state così selezionate tra le interpretazioni di significati elaborati dall’Intelligenza Artificiale. Il risultato è inaspettato: il seme è quello del Reale ma quello che ne deriva è qualcosa di “altro”.

Tante care COVER

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